Frasi di Han Kang

“La dignità a cui ci aggrappiamo non è altro che un’autoillusione, un modo per nasconderci questa unica verità – che ciascuno di noi può essere ridotto a un insetto, a una bestia rapace, a un ammasso di carne? Può farsi degradare, distruggere, massacrare. È questo il destino ultimo del genere umano, un destino che la storia ha confermato come...” (continua)(continua a leggere)
Han Kang

“A Gwangju è successo esattamente lo stesso che nell'isola di Jeju, nel Kuantung e a Nanchino, e su tutto il continente americano quand'era ancora conosciuto come il Nuovo Mondo, ovunque con una brutalità talmente invariata che è come se fosse impressa nel nostro codice generico.”
Han Kang

“E mentre io mi allontano, i miei libri, che pur essendo stati scritti da me hanno una vita propria, andranno per la loro strada, ciascuno seguendo il suo destino.”
Han Kang

“È l’amore a generare la sofferenza, e certe sofferenze testimoniano l’amore?”
Han Kang

“Leggere e scrivere letteratura vuol dire opporsi a ogni atto che distrugga la vita.”
Han Kang

“Nella notte più buia il linguaggio ci chiede di cosa siamo fatti, insiste sulla necessità di immaginare i tanti punti di vista delle persone e degli esseri viventi che abitano questo pianeta; il linguaggio ci collega gli uni agli altri. La letteratura, che si fonda sul linguaggio, possiede inevitabilmente una sorta di calore corporeo.”
Han Kang

“E quanto dobbiamo amare per restare umani fino alla fine?”
Han Kang

“Non potrebbe essere proprio questo a permetterci di sopravvivere nel nostro mondo precario e violento? Il fatto di appuntare lo sguardo sugli aspetti più vulnerabili dell'essere umano, e sfiorarne con la mano l'innegabile calore?”
Han Kang

“Quando scrivo, utilizzo il mio corpo. Osservo, ascolto, annuso, assaporo; sento la morbidezza, il calore, il freddo, il dolore; percepisco i battiti del cuore, la sete, la fame e tutto ciò che il mio corpo avverte mentre cammina o corre, quando è sferzato dal vento e dalla neve, o tiene la mano a qualcuno - utilizzo ogni più sottile sfumatura...” (continua)(continua a leggere)
Han Kang

“Se la neve è silenzio che scende dal cielo, la pioggia forse è un interminabile catena di frasi.”
Han Kang

“I frammenti di ricordi si muovono generando immagini. Senza alcun contesto. Si sparpagliano e poi in un attimo si raccolgono con un movimento secco. Come migliaia di farfalle che smettono all’unisono di battere le ali. Come algide danzatrici che nascondono il viso.”
Han Kang

“È un silenzio freddo e rarefatto, come un’ombra privata del proprio corpo, come il tronco cavo di un albero morto, come lo spazio oscuro tra una meteora e l’altra.”
Han Kang

“Questi due verbi significano soffrire e apprendere. Sono quasi identici, vedete? Qui Socrate ricorre a una sorta di gioco di parole per dirci che si tratta di due atti simili.”
Han Kang

“A volte ci penso. Che cosa strana sono i legami di sangue. Così stranamente tristi.”
Han Kang

“Anche per me sorridere era la cosa che trovavo più difficile. Dover recitare la parte di quello estroverso e sicuro di sé, dover essere sempre pronto a salutare col sorriso sulle labbra. A volte lo vivevo come uno sforzo fisico. Certi giorni avevo l'impressione di non poter sopportare mezzo secondo di più i sorrisi di circostanza della gente.”
Han Kang

“Mi costringo a non dimenticare mai che ogni singola persona che incontro appartiene alla razza umana.”
Han Kang

“È vero che gli uomini sono fondamentalmente crudeli? L’esperienza della crudeltà ci accomuna come specie?”
Han Kang

“Gli alberi, ti hanno spiegato, sopravvivono con un solo respiro al giorno. Quando sorge il sole, prendono una lunga, ricca boccata di raggi, e quando tramonta espirano un enorme sbuffo di anidride carbonica.”
Han Kang

“Il tempo era un’onda, quasi crudele nella sua inesorabilità mentre trascinava la sua vita con sé.”
Han Kang

“La vita è così strana. Le persone, anche dopo che gli sono successe certe cose, non importa quanto terribili, continuano comunque a mangiare e a bere, ad andare al bagno e a lavarsi- in altre parole- a vivere. E a volte ridono perfino di gusto.”
Han Kang

“Se solo i nostri occhi non fossero visibili agli altri. Se solo si potessero nascondere i propri occhi al mondo.”
Han Kang

“Il dolore era come un buco che la inghiottiva, una fonte di paura intensa eppure, al tempo stesso, una strana, silenziosa pace.”
Han Kang